Non rubarmi tutto questo. in 35 anni nessuno ha fatto nulla, e anche ora che senza pretese sto sistemando questo spazio, nessuno mi da una mano concretamente. tu mi stai aiutando, e ti ringrazio, ma questo l'ho iniziato io, li ho strappati e tagliati con le mie mani tutti i rovi alti, e sempre io sto costruendo le scale, con i tronchi che abbiamo tagliato assieme. la motosega, la benzina, il tempo non li ha messi nessuno di coloro che passavano a dare buoni consigli. ricordo bene la fatica di alzarmi la mattina, con il freddo ed il maldischiena, per venire qui a tagliare rovi alti un metro, e so bene perchè lo faccio: voglio regalare qualcosa ai cittadini, voglio donargli il mio lavoro con questo gesto. ti chiedo, quindi, di non politicizzare tutto questo. questo viene da me, e sta venendo da te, non permettere che altro se non i tuoi sentimenti ti guidino in ciò che fai.
io, annuendo, mi limito ad accordare con ciò che dice. sono bloccato da felicità ed entusiasmo, dalla forza che mi trasmette e dall'amarezza delle sue parole. è chiaro che la politica lo ha deluso spesso, e che vuole e può contare su di un genere piu pragmatico di persone. le troppe parole, lo stancano, le ascolta, ma suonano vuote, delle corazze ripiene d'aria, delle colonne d'argilla pronte a sciogliersi al primo temporale. l'ho pure letto da poco, le parole come sostitutive delle azioni che non facciamo, per paura o per pigrizia, diventano il nostro baluardo, la nostra ancora. chi poco fa ha bisogno di parlare molto.
parlare e progettare con l'amministrazione mi piace, e loro sono carichi di speranze e di idee per il futuro. eppure i burocratici tempi della politica mi stavano addormentando. il progetto qui sopra, tanto pieno e carico di parole, ha bisogno di scontrarsi con la realtà, ha bisogno della sua prova del fuoco, e grazie a te, G, il sasso ha potuto sbilanciarsi, ha potuto lasciarsi scivolare sulla rugiada, dopo tanto tentennare sulla soglia della scarpata. stiamo a vedere.
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